24 febbraio 2011


Giornata pesante quella di ieri.
sveglia alle 7.30 e un esame piuttosto ostico che mi aspetta a 35 minuti di macchina da casa,nella cittadina collinare universitaria che fu sede dei Montefeltro nel '400 e che offre temperature ancora abbastanza rigide oltre ad un panorama (dalla Fortezza) che si trova difficilmente in altre località nei dintorni.
L'ultimo sguardo alla marea di libri e appunti - brutta abitudine che mi sono appioppata - e dopo aver fatto una sana colazione parto per Urbino,con l'aria tagliente che mi congela la faccia: percepibile non appena metto il naso fuori dalla porta.
Durante il viaggio in solitaria cerco di distrarmi dalla confusione di argomenti che potrebbero venirmi chiesti e mi abbandono alla musica.
Giornata di lauree.Me ne accorgo dal parcheggio completamente pieno di macchine proprio sotto la gradinata che porta all'edificio universitario.
Chiedo in segreteria in che aula si svolge l'appello di chimica ambientale:Aula I,il che significa che debbo farmi due piani a piedi,aggiunti all'ansia che mi aumenta le palpitazioni e passare nei pressi dell'Aula Magna dove sono in corso le tesi di laurea e affrontare,di conseguenza,i mille sguardi di studenti e non che sembrano percepire la mia agitazione.
Ecco,è subito il mio turno,dovevo essere la seconda e mi ritrovo ad esser prima perchè la ragazza prima di me pare non essersi presentata.Odio esser prima agli esami proprio per il fatto che mi trovo davanti  tutte le domande possibili e immaginabili dell'intero programma che la professoressa strabica possa chiedermi.
Un'ora e quaranta di "interrogatorio" perchè probabilmente lei non aveva "un cazzo da fare" ieri mattina e ha brillantemente deciso di spolparmi.Sì,spolparmi è il termine giusto.Per poi farmi anche pesare la sua fatica.La sua?!Beh,ora mi fa felice il fatto che non la rivedrò più.
Dato che c'era un bel sole e un po' di neve sparsa( scesa il giorno prima presumo) ho deciso di fare un giro in centro con il mio compagno universitario che ultimamente vedo troppo raramente;con la speranza quel vento gelido mi liberasse la mente.
Nel tragitto di ritorno ho fatto tappa ,fermandomi a   "salutare" nonna,non potendomi più concedere la telefonata post-esame che la rendeva così felice.Quel luogo così silenzioso mi porta a riflettere e nello stesso tempo mi riempie il cuore così me ne torno a casa con un sorriso in più.
Son "caduta" in un sonno profondo che mi ha svuotata.Poi sono uscita per una passeggiata  che,come sempre, mi ha fatto così bene.




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